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Immagine tratta da un antico santino eucaristico
L’Eucaristia è al centro della spiritualità sacerdotale
di Mons. Pio: tante sono le pagine che ha dedicate
all’Eucaristia, tante sono le testimonianze, a noi pervenute,
che attestano il suo straordinario amore per l’Eucaristia. Fino
ad oggi non esiste uno studio esauriente sull’importanza
dell’Eucaristia nella vita e nell’insegnamento di Mons. Pio,
tuttavia, per non lasciare una così grave lacuna nella
presentazione di Mons. Del Corona, è sembrato opportuno inserire
un breve saggio che Divo Barsotti ha scritto sull’argomento. Don Barsotti arriva al Monastero per assistere alla ricollocazione della salma di Mons. Pio (18 febbraio 2001)
Il saggio di Don Barsotti che viene qui pubblicato è stato scritto come introduzione al libro: Pio Alberto Del Corona, Il Mistero dell’Eucaristia. Elevazioni spirituali, rielaborate dal P.Raimondo Sorgia O.P., vol. I, pagg.196, Siena 1986.
Le
Elevazioni sul mistero dell'Eucaristia di Mons. Pio A. Del
Corona sono, se non la prima, certamente una delle prime opere
spirituali scritte dal Servo di Dio e rimane la migliore. Vi
sono pagine e pagine nella voluminosa eredità degli scritti che
ci ha lasciato, che possono essere forse anche poeticamente più
grandi, ma le Elevazioni rimangono l'opera più completa e fedele
a una sola ispirazione. L'opera dimostra la vocazione
contemplativa dell'autore che sarebbe stato chiamato dopo pochi
anni all'episcopato.
San Pierre Julien Eymard (1811–1868)
Del resto
se pensiamo alle numerosissime congregazioni sorte in quel
tempo per l'Adorazione Eucaristica, non possiamo dubitare che
sia stato lo Spirito Santo a ispirare una pietà che può oggi
apparire legittima, anche se fuori centro. L'attenzione del
teologo, la pietà del fedele si fermavano sul Mistero della
Presenza reale senza che si vedesse come questo mistero non si
sarebbe potuto in alcun modo dividere dal mistero della
Comunione e del Sacrificio. Un calice ed un ostensorio appartenuti a Mons.Pio; sulla base del calice si può leggere una dedica
Per informazione e per rispetto a don Barsotti, riconosciuto maestro di spiritualità, abbiamo riportato integralmente il suo testo, senza censurare le parti nelle quali sono esposte critiche piuttosto ingenerose a Mons. Pio e a S. Pier Giuliano Eymard. Per inquadrare correttamente il rapporto fra celebrazione e adorazione, riportiamo due paragrafi dell’esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis, pubblicata da Benedetto XVI il 22 febbraio 2007. Il
rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione
66. Uno dei
momenti più intensi del Sinodo è stato quando ci siamo recati
nella Basilica di San Pietro, insieme a tanti fedeli per
l'adorazione eucaristica. Con tale gesto di preghiera,
l'Assemblea dei Vescovi ha inteso richiamare l'attenzione, non
solo con le parole, sull'importanza della relazione intrinseca
tra Celebrazione eucaristica e adorazione. In questo
significativo aspetto della fede della Chiesa si trova uno degli
elementi decisivi del cammino ecclesiale, compiuto dopo il
rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II. Mentre
la riforma muoveva i primi passi, a volte l'intrinseco rapporto
tra la santa Messa e l'adorazione del Ss.mo Sacramento non fu
abbastanza chiaramente percepito. Un'obiezione allora diffusa
prendeva spunto, ad esempio, dal rilievo secondo cui il Pane
eucaristico non ci sarebbe stato dato per essere contemplato, ma
per essere mangiato. In realtà, alla luce dell'esperienza di
preghiera della Chiesa, tale contrapposizione si rivelava priva
di ogni fondamento. Già Agostino aveva detto: « nemo autem
illam carnem manducat, nisi prius adoraverit; peccemus non
adorando – Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla;
peccheremmo se non la adorassimo »(191). Nell'Eucaristia,
infatti, il Figlio di Dio ci viene incontro e desidera unirsi a
noi; l'adorazione eucaristica non è che l'ovvio sviluppo della
Celebrazione eucaristica, la quale è in se stessa il più grande
atto d'adorazione della Chiesa(192). Ricevere l'Eucaristia
significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che
riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola
con Lui e pregustiamo in anticipo, in qualche modo, la bellezza
della liturgia celeste. L'atto di adorazione al di fuori della
santa Messa prolunga ed intensifica quanto s'è fatto nella
Celebrazione liturgica stessa. Infatti, « soltanto
nell'adorazione può maturare un'accoglienza profonda e vera. E
proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura
poi anche la missione sociale che nell'Eucaristia è racchiusa e
che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma
anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli
altri »(193). La
pratica dell'adorazione eucaristica
67. Insieme
all'Assemblea sinodale, pertanto, raccomando vivamente ai
Pastori della Chiesa e al Popolo di Dio la pratica
dell'adorazione eucaristica, sia personale che comunitaria(194).
A questo proposito, di grande giovamento sarà un'adeguata
catechesi in cui si spieghi ai fedeli l'importanza di questo
atto di culto che permette di vivere più profondamente e con
maggiore frutto la stessa Celebrazione liturgica. Nel limite del
possibile, poi, soprattutto nei centri più popolosi, converrà
individuare chiese od oratori da riservare appositamente
all'adorazione perpetua. Inoltre, raccomando che nella
formazione catechistica, ed in particolare negli itinerari di
preparazione alla Prima Comunione, si introducano i fanciulli al
senso e alla bellezza di sostare in compagnia di Gesù,
coltivando lo stupore per la sua presenza nell'Eucaristia.
Vorrei qui
esprimere ammirazione e sostegno a tutti quegli Istituti di vita
consacrata i cui membri dedicano una parte significativa del
loro tempo all'adorazione eucaristica. In tal modo essi offrono
a tutti l'esempio di persone che si lasciano plasmare dalla
presenza reale del Signore. Desidero ugualmente incoraggiare
quelle associazioni di fedeli, come anche le Confraternite, che
assumono questa pratica come loro speciale impegno, diventando
così fermento di contemplazione per tutta la Chiesa e richiamo
alla centralità di Cristo per la vita dei singoli e delle
comunità. NOTE
(191)
Enarrationes in Psalmos 98,9: CCL XXXIX, 1385; cfr
Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana (22 dicembre 2005):
AAS 98 (2006), 44-45.
(192) Cfr
Propositio 6.
(193)
Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana (22 dicembre 2005):
AAS 98 (2006), 45.
(194) Cfr
Propositio 6; Congregazione per il Culto divino e la
Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e
liturgia (17 dicembre 2001), nn. 164-165, Città del Vaticano
2002, pp.137-139; Sacra Congregazione dei Riti, Istr.
Eucharisticum Mysterium (25 maggio 1967): AAS 57
(1967), 539-573.
Ad
integrazione di questa pagina eucaristica si vuol segnalare un
miracolo di Mons. Pio, un miracolo non propriamente eucaristico,
ma avvenuto durante la Santa Messa: per propiziare la guarigione
della Madre Elena, gravemente ammalata, Mons. Pio celebrò – l’8
dicembre 1892, solennità dall’Immacolata – una Messa in una
cappella attigua alla stanza in cui giaceva la Madre; durante la
celebrazione due suore che assistevano, videro Mons. Pio
sollevarsi di poco sopra il pavimento (un caso di levitazione,
un fenomeno ben noto agli studiosi di agiografia e
spiritualità); dopo la Messa la salute della Madre iniziò a
migliorare e il miglioramento proseguì fino alla completa
guarigione.
A perpetua memoria di tali eventi, nella cappella (detta delle madri) sono stati posti un quadro e una targa che racconta la storia e spiega il quadro sovrastante. |
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