Meditiamo sulla sentenza di Paolo: E’
l'ora che ci destiamo
dal
sonno, dacché la nostra salute è più vicina ora
di
quando cominciammo a credere.
La
notte è avanzata e
il dì si
appressa. Gettiamo via le opere
delle
tenebre, rivestiamoci
delle
armi
di luce. Parleremo dello spirituale sonno, de' suoi pericoli, del modo
di scuoterlo.
Il sonno è depressione di forze, cessazione della vera
vita e predominio di fantasia. Poiché l'uomo ha logorate, a dir così, le
sue forze, è invaso subitamente dal sonno che lo getta in uno stato poco
dissomigliante da morte. I sensi del corpo sono legati, l'intelletto e
la volontà ristanno dal loro intimo lavorio, è perduta la coscienza di
sé. Solamente la vita vegetativa
che è l'ombra della vita, vigoreggia e la fantasia foggia e accozza
immagini strane, onde nel sogno è letificata o attristata l’anima.
Anche a chi ha scelta l'ottima parte dandosi a Dio
sovrasta il pericolo di assonnarsi nel cammino della salute. Può bene
avvenire e avviene il più delle volte che l’anima languisca, perché non
è in fiore in lei la verace vita dell'intelletto e della volontà,
essendo l'uno ingombrato da pregiudizi e l’altra preoccupata da storte
affezioni e passioni ignobili. Molti sono i fonti dei nostri errori;
anzi tutta la precipitazione del giudizio stesso, in quanto non
attendiamo bene alle parole che ci suonano all’orecchio né alle cose
espresse dalle parole. Uno smanioso prurito di ribattere ciò che ne
ferisce ci fa agresti e pronti nel dar sentenza e per lo più contro il
vero. Vi sono i pregiudizi, cioè giudizi erronei non mai chiamati a
severo esame, e questi ci fanno insipienti, ingiusti, talora anche
tiranni. Le passioni provocano a ribellione la volontà e la inchinano a
favore o disfavore e ci fanno torcere dalla rettitudine, perché ciascuno
giudica secondo che è disposto dentro e occorre un lume superno per
discernere e cogliere attraverso al velo tessuto dalle passioni la
verità. Vi sono le fraudi della immaginativa, la quale dà corpo alle
ombre e ci fa patire illusioni. La illusione è ingenita all’uomo e lo
signoreggia e ne allaccia e stringe tutta la vita. Ha sue illusioni la
verde età, la età giovanile, la età matura, la canutezza. C'illudiamo
sui meriti nostri, sui difetti, sui pregi, nelle imprese, nell’esercizio
de' ministeri, nel giudicare delle altrui cose e persone, c'illudiamo in
vita e sino alla tomba. Il velame brillante della illusione che ha
parentela con la speranza, allora si squarcia e alla morte potrà
ciascuno dire: Ora sì che mi sveglio. La fantasia, i sensi, il cuore, la
mente, tutto ciò che in noi è vita può traviarci dal vero, ed ecco la
cessazione della vita verace, l'assonnarci e il sognare.
Si può dunque essere pronti e desti, agitarsi anche e
fare strepito quanto alla corporale vita e nondimeno essere assonnati
nell'anima, quanto alla verace vita ed alla eterna salute, laonde suona
opportuna per tutti la parola di Paolo: E' ora che ci svegliamo dal
sonno.
Vediamo ora i pericoli dello spirituale sonno.
Chi dorme corporalmente non vede, non ode, non opera, non
comunica col visibile mondo; e tutto ciò può essere innocuo nell'ordine
materiale, ma nello spirituale è di supremo pericolo. Chi non temerà di
addormentarsi sul sentiero della salute? chi non paventerà la
ignavia. il
pigro stupore, questo quasi stato di morte che potrebbe farci destare in
seno alla vendetta di Dio? 0 Dio, fate splendere la luce del vostro
volto sopra di me, affinché io non mi assonni e il mio sonno non mi
precipiti nella morte; che il mio nemico non sia contro di me
prevalente.
Ma quali sono i mezzi di scuotere e sgombrar via questo
sonno? E’ palese che per vivo lume o per forte strepito o per tocco o
colpo di mano si rompe e scioglie il sonno: or la luce, il suono, il
tocco o colpo che dir si voglia rendono immagine viva e vera della
parola di Dio. Nel ritiramento l’anima ficca lo sguardo mentale in sé,
chiede aiuto a scoprire le suo miserie, manda un gemito a Dio e Dio
viene e dispiega in essa un'azione arcana che è tutto insieme lume,
suono, tocco e colpo ineffabile. Il Verbo a lei splende, a lei parla, la
tocca ed ecco il sopore è sciolto, l’anima riconosce e detesta le sue
viltà, piange le sue apostasie, un dolce fuoco la investe e penetra e la
unzione intima del celestiale amore la sana. 0 Dio, siatemi aiuto per
non inciampare, soccorso nelle cadute, voi che innalzate l'anima e
illuminate gli occhi e date sanità, vita e benedizione ( Eccles.
XXXIV,20). Non cada l’anima mia nella servitù dell’errore, non sia
vittima di funeste illusioni, ma viva in seno alla verità e al vostro
amore che è la vita verace. La eternità è ormai più vicina a me che
quando cominciai la mia corsa. Alla luce vostra, alla fragranza vostra
camminerò e in voi che siete sole mio e patria mia avrò riposo.