Come Vescovo
Mons. Pio si è scelto questo stemma
(senza motto):
fino al 1908 con tre nappe laterali, dopo - nominato
arcivescovo - con quattro nappe (come è nell’immagine precedente,
dipinta su una parete della cripta del Monastero).
Ecco la descrizione e
l’interpretazione dello stemma (ringraziamo lo studioso Michele
Fiaschi, di San Miniato, per il suo competente e illuminato aiuto).
Anzitutto dobbiamo rilevare un errore araldico nelle
raffigurazioni correnti dello stemma arcivescovile di Mons.Pio: la
croce che sormonta lo scudo dovrebbe avere due traverse orizzontali
(croce doppia) e non una sola (come nelle raffigurazioni che
conosciamo); la seconda traversa contraddistingue, appunto, gli
arcivescovi (come Mons.Pio), i patriarchi e i metropoliti.
Qui sotto si può vedere una raffigurazione araldicamente corretta
dello stemma.
Lo stemma si divide in due sezioni
orizzontali, quella alta allude all’ordine domenicano, quella bassa
contiene simboli religiosi di vario tipo. Le fasce orizzontali nera
e bianca simboleggiano i colori dell’abito religioso domenicano; il
cane con la torcia accesa in bocca e la stella (di otto raggi) più
in alto sono anch’essi tradizionali simboli di San Domenico. Il cane
dal mantello bianco e nero, la torcia in bocca, il mondo (il globo
terracqueo) rimandano ad una visione avuta dalla Beata Giovanna Aza,
madre di san Domenico: aveva visto sé stessa dare alla luce un
piccolo cane che, con una torcia in bocca, incendiava tutta la
terra. Da qui il gioco di parole in lingua latina:
Dominicani/Domini canes, i Domenicani (che prendono il nome da
Dominicus, che a sua volta prende il nome da Dominus,
il Signore) sono i cani del Signore. La stella, spesso
raffigurata sulla fronte del Santo, ricorda la stella vista dalla
nutrice sulla fronte del neonato Domenico al momento del battesimo.
Fra il cane e la stella vi è una corona infilzata da un ramo di
giglio e da un ramo di palma; il giglio rappresenta la verginità, la
palma il martirio. Il probabile significato complessivo è che la
verginità e la disponibilità al martirio hanno come giusto premio la
corona.
La sezione inferiore dello stemma ha uno sfondo di color rosso, che
indica l’amor di Dio. Il giglio bianco centrale rappresenta la
Giustizia e probabilmente anche Firenze, la città dove Mons.Pio ha
iniziato la vita religiosa e il ministero sacerdotale. I due leoni
simboleggiano la Fortezza e la Generosità, le due lance da essi
tenute simboleggiano l’Onore. Il rosario da cui pende la croce greca
rappresenta la Devozione.
Nel Monastero le suore custodiscono un antico
stendardo sul quale è dipinto uno stemma che unisce lo stemma di
Mons.Pio con due elementi significativi della congregazione da lui
fondata, la colomba dello Spirito Santo e il cartiglio con il motto
“lo Spirito Santo è amore”:
La congregazione non ha uno stemma suo proprio; dopo
il tentativo su tela visto nello stemma qui sopra, l’artista
Galeazzo Auzzi, nel 2002, ne ha realizzato una versione su tegola
(appesa accanto alla porta d’ingresso del Monastero):
Il computer ci permette di proporne una terza
versione:
Nella cripta si può vedere dipinto uno stemma
domenicano generico, cioè non proprio di una Provincia o
Congregazione:
per poter fare qualche confronto, qui sotto viene
presentata una scelta di stemmi domenicani:
Per comprendere i significati
dei simboli dell'iconografia domenicana, consigliamo di vedere la
seguente pagina all'interno del sito del convento di S.Domenico di
Fiesole: