Questo è l’Orario praticato nel convento di San Marco dal Padre Pio Alberto Del Corona e comunicato in una lettera (25 ottobre 1870) alla signora Elena Bonaguidi, la futura Madre Elena, superiora del Monastero da lui fondato.
In una nota il Padre definisce l’orario “cosa di poca importanza”, aggiungendo che “quindici anni di esperienza gli hanno mostrato che l’osservanza ne è facile e soave”.
Durante il ministero episcopale a San Miniato l’orario ha subìto alcuni adattamenti (a noi sconosciuti).
La facciata della Basilica di S.Marco
25 Ottobre 1870
Levandomi mi prostrerò subito, baciando tre volte la terra e dicendo:
Gesù mio, vi adoro, vi ringrazio e vi amo (per tre volte).
Adesto, Sancta Trinitas[1]
etc.
Vestendomi reciterò il Miserere[2].
Poi leggerò l'Esercizio della mattina[3]
Se ci sarà tempo, reciterò una parte dell’Ufficio della B. V. Maria secondo il rito Domenicano[4].
Poi mi recherò in Chiesa. Visita a Gesù in Sacramento:
Ave verum corpus natum ex Maria Virgine,/ vere passum, immolatum in cruce pro homine;/
cuius latus perforatum unda fluxit et sanguine;/ esto nobis praegustatum in mortis examine.
Jesu dulcis, Jesu pie, Jesu fili Mariae,/ miserere nobis[5]
O Sacrum Convivium etc.
Oremus. Deus qui nobis[6] etc.
Atti di fede, speranza, carità, contrizione.
Un po’ di meditazione sulla Eucaristia.
Preparazione alla Messa.
La Messa sarà per me una meditazione della Passione di Gesù, e ripenserò i passi del Vangelo che ricordano i fatti della tragedia sanguinosa. Il mio passo prediletto è il Getsemani[7]
Elevando il calice, offrirò la mia vita con quella di Gesù per la salute delle anime.
Il campanile della Basilica
Dopo la Messa, mi prostrerò in terra per fare un primo ringraziamento. E potendo, lo farò in tempo di una Messa.
Dopo il coro[8], dirò le preghiere dello studio.
E ripeterò, dopo quelle preghiere, la mia cara formula di offerta:
Voglio fare questa azione per il puro e semplice motivo dell’ubbidienza, per fare la volontà di Dio, per glorificare il mio Dio, in Gesù, con Gesù, per Gesù, nel costato di Gesù, nelle braccia di Maria; con desiderio di far tanti atti d’amor di Dio, di contrizione, di umiltà, di desiderio di vedere Dio quanti saranno i momenti di tutta l’eternità. Padre Eterno, per i meriti del sangue di Gesù, per la intercessione di Maria, concedetemi tante anime del Purgatorio, tanti protestanti, tanti infedeli, tanti peccatori, quanti sono i respiri che io farò. Angelo mio custode, offrite queste mie azioni a Dio, atteso che io voglio farle in Gesù, con Gesù, per Gesù.
Questa offerta procurerò di farla la mattina, e poi ad ogni azione del giorno. L’uso me l’ha resa facile e soave.
L’interno della basilica di S.Marco (Firenze)
l’altare maggiore visto dall’ingresso della chiesa
Quando dovrò parlare o leggere in pubblico, dirò mentalmente:
Gesù mio, tutto per Voi. Voglio fare tutto in Gesù, con Gesù, per Gesù.
Quando non c’è lezione, mi porrò allo studio, che è il mio lavoro.
La lezione pubblica e lo studio lo tramezzerò con aspirazioni e vibrazioni di cuore a Dio.
Il mio sguardo sarà sempre al Tabernacolo, e dirò mentalmente a me stesso:
Sono nato per adorare Gesù veramente, realmente, sostanzialmente presente nel Sacramento.
Nelle tentazioni di abbattimento o nei disturbi di qualunque genere, dirò:
Adoro la Croce e il Sangue del mio Dio.
Dirò mille e mille volte a Gesù:
Gesù, purificate nel vostro sangue divino l’anima mia. Distruggete nel vostro sangue divino tutte le mie iniquità. Desidero ardentemente di vedere l’eterna luce di Dio.
Guardando il cielo, dirò il primo articolo del Simbolo[9] .
Passando davanti al Crocefisso:Adoramus te Christe[10] , etc.
Passando[11] davanti a Gesù nell’Orto, dirò:Mi unisco al vostro Cuore agonizzante.
Quando mi vengano in mente i benefici di Dio fatti a me, dirò:
Sono frutto delle suppliche, delle lacrime, del sangue di Gesù.
Vedendo i miei fratelli, dirò:
Sono tanti angeli, tanti santi. Li venero e li amo per la loro santità e per la loro scienza[12] . Io sono il più vile dei sacerdoti, la più infame delle creature. Gesù mio, non punite gli altri per me.
Udendo le colpe degli altri, dirò:
Ne sono stato io la causa coi miei delitti, Gesù, purificatemi nel vostro sangue divino.
A mezzogiorno farò un po’ di lettura e una cura speciale porrò nell’esaminar la coscienza sulla umiltà del cuore.
Una visita al Sacramento prima del coro.
L’interno della basilica di S.Marco
Udirò con profondo raccoglimento la lettura sacra [13]. Invocherò mentalmente i miei Santi protettori, darò una scorsa ai misteri della Passione e rivolgerò in mente le cose sante studiate.
Alla fine del pranzo, dirò:
Signore, vi ringrazio di tanti doni che ci avete preparati nella vostra grande misericordia.
Nella conversazione coi religiosi starò lieto, ma udirò gli altri ed io parlerò poco. Dirò al principio:
Signore, voglio fare la vostra volontà.
Andando in camera, mi preparerò a fare il secondo ringraziamento della Comunione. Poi scenderò in Chiesa e farò l’apparecchio alla morte[14] davanti a Gesù. Poi, se mi chiameranno per opera di ministero, dirò:
Voglio far tutto per amore del divino Cuore di Gesù.
Entrando in cella, saluterò il SS. Cuore, dicendo:
Dolce Cuor del mio Gesù, fa’ che io ti ami sempre più[15] ;
e tutte le volte dirò la giaculatoria di Maria segnata per ciascun giorno[16] e un bacio alla Immagine di Maria del Rosario.
Se sarò libero, dalle 23 alle 24[17], scenderò in Chiesa alla meditazione:
laPassione, l’Eucaristia; due oggetti di continua meditazione.
Dalle 24 in là, lo studio.
Convento di S.Marco: il chiostro detto di S.Antonino
Ritirandomi in cella, spenderò una o due ore leggendo o pregando.
Finirò l’ufficio di Maria, dirò l’Esercizio della sera, onorerò San Giuseppe, farò cinque croci, per umiliarmi, in terra, come San Leonardo[19], dirò cinque volte la giaculatoria di San Stanislao[20]:O Maria, sis mihi propitia.
Dirò cinque volte :
Maria Santissima, vi raccomando l’anima mia e il corpo mio, liberatemi da ogni peccato.
Poi mi porrò al riposo:dirò 4Pater, invocherò San Benedetto[21] , Santa Scolastica[22] , alcuni altri Santi miei amici e mi abbandonerò nelle braccia di Gesù.
Padre Eterno, applicate i meriti e il sangue di Gesù ai poveri agonizzanti, agli esuli, ai pellegrini, a’ carcerati, agli infermi, ai poveri, agli afflitti, agli eretici, agli infedeli, ai peccatori: scenda su tutti gli infelici la vostra misericordia.
Nella sera farò il terzo ringraziamento della Comunione.
Tutti i cori e le meditazioni in comune coi religiosi mi saranno un ringraziamento e un apparecchio alla Comunione di tutti i giorni, e la Comunione di tutti i giorni mi sarà un apparecchio della Comunione eterna, di cui è preludio il Viatico[24] .
Lo spirito di tutti gli esercizi di pietà sarà di rendere perpetuo il pensiero di Dio e perpetuo l’amore.
Di più lo studio continuo deve rendere più intima la persuasione che io sono fatto per il cielo e là debbo vivere; che il bene mi dee costare fatica; che debbo contentarmi di farlo con molti contrasti e vincendo assai ripugnanze della natura.
Conoscere la mia debolezza, sostenerla con serena gioia, sperando sempre nella preghiera e nel sangue.
Quindi porrò ogni studio di essere contento di quel che Dio mi dà; però domandare sempre, sempre, allo Spirito Santo l’intimo e vivo dolore di avere offeso Dio e le lacrime e le fiamme, che sono indizio di compunzione.
Il Sacramento, il Crocifisso, la Vergine, gli Angioli, il Cielo, la società eterna dei figlioli di Dio saranno l’obbietto delle mie meditazioni continue.
Lo Spirito Santo è Amore.
Convento di S.Marco: il chiostro detto di S.Domenico
NOTE
[1] Adesto Sancta Trinitas,/ Par splendor, una Deitas,/ Quae extas rerum omnium/ Sine fine principium./ Te caelorum militia/ Laudat, adorat, praedicat,/ Triplexque mundi machina/ Benedicit per saecula./ Adsumus et nos cernui/ Te adorantes famuli:/ Vota precesque supplicum/ Hymnis junge caelestium./ Unum te lumen credimus,/ Quod et ter idem colimus:/ Alpha et Omega quem dicimus,/ Te laudat omnis spiritus./ Laus Patri sit ingenito,/ Laus ejus Unigenito,/ Laus sit Sancto Spiritui,/ Trino Deo et simplici. Amen.[2] Miserere è l’inizio (e il titolo) del salmo 50, il più famoso salmo penitenziale.
[3] Esercizio della mattina e, più sotto, Esercizio della sera sono preghiere di vario genere che vengono ripetute ogni mattina e sera. Probabilmente il P. Pio Alberto recitava quelle (Exercitium quotidianum, Exercitium serotinum) contenute nel Libellus precum ad usum Fratrum S. Ordinis Praedicatorum.
[4] Officium B. Mariae Virginis iuxta Ritum Sacri Ordinis Fratrum Praedicatorum si trova nel Breviario domenicano.
[5] Ave verum corpus è uno degli inni eucaristici più famosi, risale al XIV secolo e da allora è stato messo in musica da molti compositori. Le ultime invocazioni (Jesu dulcis, etc.) talvolta vengono tralasciate.
[6] Un’altra preghiera tradizionale in onore del Santissimo Sacramento: “O sacrum convivium, in quo Christus sumitur: recolitur memoria passionis eius; mens impletur gratia et futurae gloriae nobis pignus datur.Panem de caelo praestitisti eis;Omne delectamentum in se habentem.Oremus. Deus, qui nobis sub Sacramento mirabili Passionis tuae memoriam reliquisti; tribue, quaesumus, ita nos Corporis et Sanguinis tui sacra mysteria venerari, ut redemptionis tuae fructum in nobis iugiter sentiamus. Qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen”.
[7] Il Getsemani (in aramaico: frantoio), detto anche Orto degli ulivi, è un piccolo uliveto, ai piedi del Monte degli ulivi, situato poco fuori la città vecchia di Gerusalemme; è il luogo in cui Gesù si ritirò dopo l'ultima cena, pregando e aspettando che Giuda il traditore vi accompagnasse i soldati incaricati di arrestarlo.
[8] Per coro in questo caso s’intende l’insieme degli stalli, disposti a U nell’abside, dove si dispongono i frati per la preghiera. “Dopo il coro” significa quindi “dopo la preghiera in comune, dopo la recita del Breviario”.
[9] Simbolo della fede cioè il Credo, probabilmente quello di Nicea-Costantinopoli. Il primo articolo recita: Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae.
[10] Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum, Domine, miserere nobis. È una stanza che si recita o canta durante la devozione della Via crucis.
[11] Questi due “Passando” ravvicinati sembrano alludere a due immagini (dipinte o scolpite) davanti alle quali il Padre Pio Alberto passava quando si trovava nel convento. Si deve sapere che dopo l’ordinazione sacerdotale al Padre Pio Alberto venne assegnata la cella in cui il Beato Angelico aveva dipinto la Trasfigurazione, che si trova al primo piano, nella sesta stanza a sinistra (da nord) del primo corridoio (quello che si incontra proseguendo a dritto dopo le scale). Si può allora ipotizzare che si tratti di due dipinti del Beato Angelico (o dei collaboratori) che si trovavano nella vicinanze della sua stanza al primo piano: uno dei numerosi Crocifissi e il Cristo nell’Orto che si trova nella quarta cella di sinistra (da est) nel corridoio nord.
[12] Cfr. “amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Romani 12,10).
[13] È un’antica usanza monastica che, durante il pranzo e la cena, un religioso legga ad alta voce un testo spirituale.
[14] Nei secoli passati erano diffuse preghiere e meditazioni in preparazione ad una buona morte cristiana, tanto è vero che esisteva un genere letterario denominato ars moriendi. Uno dei testi più famosi è stato l’Apparecchio alla morte (1758) di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Può darsi che il Padre Pio Alberto facesse uso di questo libro.
[15] È una delle giaculatorie più frequenti nella devozione al Sacro Cuore di Gesù.
[16] Nel Convento di San Marco si teneva esposta una tabella, che veniva cambiata ogni mese, con giaculatorie latine alla Vergine per ogni giorno.
[17] Le ore 23 e 24 vanno intese non secondo il tempo misurato dall’orologio, ma secondo il tempo misurato dal sole: le 24 indicano il tramonto del sole, le 23 un’ora prima del tramonto.
[18] Sant’Anna e San Gioacchino sono i nomi, secondo la tradizione, dei genitori della Vergine Maria.
[19] San Leonardo da Porto Maurizio (1676 – 1751), frate minore, grande predicatore percorse tutta l’Italia e la Corsica, diffuse come nessun altro la devozione della via crucis.
[20] Stanislao (Stanisław) Kostka (1550-1568), gesuita polacco morto giovanissimo, assieme agli altri due santi gesuiti Luigi Gonzaga e Giovanni Berchmans, è patrono della gioventù studiosa; entrò nella Compagnia di Gesù superando l’opposizione violenta della sua nobile famiglia, esemplare nello studio e nell’adempimento dei suoi doveri, devotissimo all’Eucaristia e alla Madonna, ottenne di morire il giorno dell’Assunzione.
[21] San Benedetto da Norcia (480 circa –547 circa), monaco fondatore dell’Ordine dei Benedettini; è considerato il patriarca di tutto il monachesimo occidentale, perché la Regola da lui scritta per disciplinare la vita dei monaci in comunità è stata ed è ancora il punto di riferimento per le costituzioni degli ordini religiosi a lui successivi.
[22] Santa Scolastica (480 circa – 547 circa), sorella (forse gemella) di San Benedetto, fu a lui sempre vicina; fondò il ramo femminile dell’Ordine Benedettino.
[23] Quando la campana suonava l’ora il Padre Pio Alberto salutava San Giuseppe, quando la campana suonava le frazioni dell’ora (la mezzora, forse anche il quarto d’ora) il Padre recitava la preghiera: Padre Eterno ecc.
[24] La Comunione amministrata al moribondo come preparazione e via alla vita ultraterrena.