La data è ufficiale: il 19 settembre del 2015 mons. Pio Alberto Del Corona sarà beatificato.
Nella Diocesi di San Miniato, di cui Mons. Pio è stato Vescovo, si celebrerà la beatificazione, che sarà officiata dall'inviato del Santo Padre, il Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione della Cause dei Santi.
Riportiamo qui tutte le iniziative e le testimonianze che prepareranno questo solenne evento
LA BEATIFICAZIONE DI FR. PIO ALBERTO DEL CORONA O.P.
NELL' ANNO DELLA VITA CONSACRATA
Articolo inviatoci da Padre Antonio Cocolicchio
L'imminente beatificazione del nostro confratello FR. PIO ALBERTO DEL CORONA , domenicano vescovo , si colloca provvidenzialmente nell'Anno della Vita Consacrata e prima dell'apertura di un doppio giubileo.
Gli ottocento anni della conferma dell'Ordine domenicano e l'anno santo della Misericordia, voluto da papa Francesco nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II.
Il Beato PIO ALBERTO ha un messaggio attualissimo da diversi punti di vista :
1. Innanzitutto, la santità di una persona, pur collocata nel contesto storico in cui ha vissuto, trascende tale riferimento che per il nostro nuovo beato è l'arco della sua vita ( 5 luglio 1837 – 15 agosto 1912 ), in quanto i valori evangelici che ha incarnato sono validi in tutti i tempi : Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre.
2. La sua santità va considerata a prescindere dalla fondazione del Monastero dello Spirito Santo in Firenze, in seguito ( dopo 100 anni, divenuta Congregazione nel 1972, mentre la sua fondazione risale al 1872 come monastero dell'Ordine e dallo stesso giuridicamente dipendente )
Ho fatto queste due precisazioni per rispondere ad alcune obiezioni sollevate qua e là, per lo più tra i sacerdoti.
Infatti in una riunione del clero fiorentino mi è stato chiesto se fosse conveniente la sua beatificazione dal momento che la casa religiosa femminile da lui fondata non vive più il suo carisma ed è composta da poche religiose. Ritengo invece attuale il suo messaggio , per tutti, soprattutto se persone Consacrate, Sacerdoti e Vescovi.
La fama di santità goduta in vita ed in morte ha attestazioni unanime , dal papa dell'epoca S. Pio X al Maestro dell'ordine B. Giacinto Cormier, ai confratelli, consorelle , prelati e laici.
Venne definito alla sua morte : “ Gloria dello stato religioso e dell'episcopato “.
Desidero mettere in evidenza :
• la vita religiosa che il B. Pio Alberto ha vissuto integralmente, con gioia e coerenza, alla scuola di S. Domenico come non lasciarsi interpellare dal suo esempio nell' Anno dedicato ai Consacrati e soprattutto in occasione del giubileo dell'Ordine domenicano ?
• Come non cercare di apprendere e trasmettere quella “ Pietà illuminata “ con la quale lui diceva di essersi sforzato di formare le anime da lui dirette, ossia secondo quella impostazione di base richiesta anche dal Concilio Vaticano II, che si fonda sulla Sacra Scrittura, Eucarestia e azione dello Spirito Santo?
• Come non leggere l'attualità di quella “ bellezza ispiratrice “ come lui chiamava il carisma dell' Asilo ( Monastero ) da lui fondato nell'alveo della spiritualità domenicana genuina e fa riferendosi all'esperienza di santa Paola romana e s. Girolamo, chiedere alle donne consacrate lo studio assiduo, letterale e amoroso delle Sacre Scritture ?
• Come non vedere per la vita religiosa domenicana e non, la centralità della Parola di Dio mediante la lettura assidua della Scrittura e la conoscenza delle lingue bibliche per una sua migliore comprensione?Così come la predicazione basata sulla Bibbia e la Patristica ?
• Come non vedere l'attualità della formazione del laicato per un inserimento nella società, così da permeare i vari ambiti di spirito evangelico così che quando si comprende la dignità della persona umana e il suo fine ultimo, l'economia, la politica, il lavoro etc , assumono tutt'altro spessore e contenuto? Per questo ha operato soprattutto da Vescovo.
• Come non vedere l'esempio per i Vescovi e Sacerdoti, quanto allo zelo e l'offerta dell' esempio e di se stesso ( vittima ! ) per il bene del gregge ? Le visite pastorali per evangelizzare personalmente la Diocesi : predicando, confessando tantissimo e visitando e beneficando tutti?
Invito alla lettura della Biografia scritta dal B. Cormier :
“ Il B. Pio Alberto Del Corona , la sua vita religiosa, apostolica ed interiore.
Ne abbiamo tutti bisogno del suo esempio e della sua intercessione.
Deo Gratias !
Il Rosario e Mons. Pio Alberto del Corona.
Articolo inviatoci da Padre Antonio Cocolicchio
Il nostro nuovo Beato Pio Alberto Del Corona ha predicato e scritto abbondantemente sul Rosario.
Vogliamo, mentre volge al termine MAGGIO, il primo dei due mesi mariani, estrapolare un pensiero da una delle sue opere, intitolata . " LE ROSE DI MARIA ".
Mons. Pio amava tanto la natura e tutto lo portava a Dio, soprattutto i fiori; riferendosi alle Rose da cui prende il nome il Rosario e legando ottobre a maggio, vede un legame tra il mese dei fiori e dei frutti e dice che i fiori di Maria sono chiamati anche frutti; infatti i Misteri della sua vita hanno la bellezza dei fiori e la dolcezza dei frutti; essi abbelliscono l'anima e la ristorano di dolcezza inebriante.
Tutti i misteri di Gesù promanano da Maria in quanto nel suo seno cominciarono e dal suo seno fiorirono e fecero germogliare i fiori divini della fede, carità e pudore.
Il Rosario di Maria, anche oggi , in chi lo dice con mente pura e ardente, fa rifiorire la pietà e l'innocenza e produce sulle labbra e nel cuore un miele di squisita dolcezza che proviene da quei fiori, così che il nostro cuore diventa l'alveare di Dio.
S. Bonaventura ha questo pensiero : " Il Verbo come Ape divina si posò sul Fiore di Nazareth. Maria divenne l'alveare di Dio e il Dio nascosto nel suo grembo avrebbe addolcito e sanato il mondo.
Il Fiore di Nazareth e l' Ape dell'eternità sono, in fondo, i due grandi soggetti del Rosario, nel quale prendiamo il sapore della verginità di Maria e della divinità del Verbo.
E' il manuale della nostra teologia è l' arpa del nostro esilio.
Le rose di Maria dobbiamo procurare di essere noi stessi tirando dal fondo delle nostre anime l'amore che è il profumo dei cuori, per versarlo ai piedi di Maria.
Lo Spirito Santo, come la luce naturale fa per i fiori, è capace con il raggio della sua grazia di formare nelle nostre anime i fiori che il Beato Pio Alberto voleva presentare ai piedi i Maria e sull'altare, ed oggi le nostre rose che sono i nostri cuori così disposti li vuole presentare a Maria che continua a far sentire, attraverso di noi, il profumo di Cristo al nostro mondo inquinato e putrido, il frutto benedetto del suo seno.
Fr. Antonio Cocolicchio o.p.
Alcune immagini del Convegno di San Miniato
Stralci di lettera inedita del prossimo Beato Pio A. Del Corona O.P.br/>sulla necessità dello studio delle lingue biliche per i figli e le figlie di s. Domenico
" Se si studia abbastanza l'ebraico, si osserva che abbiamo imparato molto di caldaico e di siriaco e lo stupore ci coglie a vederci quasi ricchi di tre idiomi con l'averne studiato uno solo.
Par cosa strana, ma è vera, tanto sol che si ponga mente al congegno delle vocali presso gli ebrei. Tutte queste cose debbono esserci di sprone ad apprendere con desiderio la lingua dei libri santi e a farci vincere la paura dei segni strani e la idea preconcetta che ne sia arduo lo studio.
Ma che diremo dell'incremento che piglierebbero da cotale studio le discipline teologiche?
E' indubitato che la scienza teologica ha le sue fonti nella Bibbia e nella Tradizione. l'una porge il pensiero di Dio scritto. L'altra porge la idea rivelata e la trasmette a voce attraverso i secoli e le generazioni. La Bibbia e la Tradizione sono, a dir così, i due canali che pigliano l'acqua della Verità dalla sorgente che è il Verbo e la fanno scorrere come fiume di alta vena nelle viscere della Chiesa.
Ora la Bibbia è scritta quanto al Testamento vecchio in lingua ebraica e caldaica, e noi dobbiamo esser certi che che l'attingere a quelle due fonti ci farà bene.
Nonostante ciò la Vulgata che è per noi sacra e ci assicura dell'idea e della sostanza, non ci dà sempre le forme vive e limpide quali uscirono dall'agiografo, ma ce le porge talora nella traslazione così un pò scolorita. Il risalire alla fontana biblica e alla lingua originale è senza meno bere acqua più pura....
Esortiamo i giovani al serio e solerte studio della Scrittura e della lingua santa che ne è la chiave.
Così sarà loro agevole l'entrare nel santuario della scienza divina ... Risplendano con la pietà i sacri studi e la verace eloquenza, si che le anime alla parola dei giovani sacerdoti non restino solamente ammirati, ma si convertano...."
NB. Questi brevi stralci di una lunga lettera di PIO A. DEL CORONA O.P. portano la seguente data : 14 luglio 1899. Cosa dire alla luce della Dei Verbum del Concilio Vaticano II e della nostra vocazione di " Ordine della Parola di Dio ". E' un invito ad entrare sempre più in sintonia con il nostro confratello prossimo alla Beatificazione. Fr. Antonio M. Cocolicchio o.p.
VERSO LA BEATIFICAZIONE DI PIO ALBERTO DEL CORONA O.P.
" Animo eletto e cuore totalmente domenicano " così descrive il nostro nuovo beato il p. Giacinto Cormier allora Maestro dell'Ordine, biografo del nostro e già beato. Il B. Cormier nutriva profonda stima e ammirazione per la vita religiosa, apostolica e interiore di Mons. Pio.
Il suo libro in francese scritto appena pochi mesi dalla morte di Fr. Pio Alberto ed ora tradotto in italiano ne fa fede.
Vogliamo brevemente riferire il rapporto di Pio Del Corona con le Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli fondate dal b. Federico Ozanam che lui conobbe personalmente durante una visita alle Conferenze di Livorno, alle quali si iscrisse a quattordici anni il giovane Del Corona, costituendo il primo nucleo dell'erigenda associazione benefica. Al direttore di Livorno, sua città natale, così scriveva : "
La Società fu per me veramente una madre; mi ha protetto negli anni della mia gioventù e mi ha abituato a vedere da vicino lo spettacolo del dolore e dell'amore, che ora sono tutto per me ".
In effetti, scrive il p. Cormier, dandosi giovanissimo alla pratica della carità di cui capiva già il ruolo evangelico e sociale, si preparava come sacerdote, religioso e vescovo a quegli esempi di abnegazione cristiana che sarebbero diventati lo stile della sua vita.
Nel 1869 tenne cinque discorsi ai confratelli delle Conferenze Livornesi e nella presentazione del volume dato alle stampe , così esordisce : " Dico gratitudine riverente, perché non mi è consentito obliare che il vostro Sodalizio fece ombra ai miei verdi anni, e che insieme con voi mi fu dolce lo studiare alla scuola della povertà e del dolore".
Come abbia formato alla teologia del dolore l'animo sensibile di Fr. Pio Alberto l'esperienza giovanile in tale istituzione caritativa, è nostro intento segnalare brevemente , in un momento in cui l'attenzione per i poveri da parte della Chiesa è resa viva dal continuo riferimento che l'attuale pontefice costantemente richiama.
Fr. Antonio Cocolicchio o.p.
Scaricate opuscolo di Padre Cocolicchio: "Verso la Beatificazione di Mons. Pio A. del Corona"
Alcune immagini dell'evento