Ecco la trascrizione parziale della lettera che Mons.Pio, il 1° novembre 1880, ha indirizzato alla Contessa Giorgina Finocchietti; nei brani qui riportati il Vescovo tratteggia una sintetica presentazione della congregazione da lui fondata.
C.Sig. Giorgina, […] Eccomi a dirle qualcosa delle mie Monache di Firenze. Nel 75 fu cominciato a Firenze uno Stabilimento o Convento per Suore Insegnanti Domenicane. In questo caro Asilo vennero or sono due anni ad abitare le mie figlie le quali erano state sei anni in una Villa a far vita religiosa e scuola. Le mie figliuole (si perdoni al padre che può avere le illusioni della paternità come ne ha le tenerezze) sono giovani angeliche affidate a una Superiora (vedova Elena Bonaguidi) la quale è una santa, sublime e terribile amatrice di Gesù e potente a imprimere l’ampiezza di slancio alle anime più fredde. Lo spirito di quella religiosa famiglia è particolare. Mi sono sforzato di stabilirlo educando quelle care anime alla pietà illuminata che attinge l’ispirazione ne’ libri santi e nella Eucarestia. E’ spirito eucaristico: sono anime eucaristiche e onorano di un culto amoroso il Dio nascosto che è la lezione e il profumo della loro vita. Professano una pietà singolare verso lo Spirito Santo e si salutano con questo sublime: Lo Spirito Santo E’ Amore. Alle 6 la mattina vanno a Coro e dicono le Ore della Madonna e si comunicano alla Messa ogni giorno. Alle 8 vanno a colazione dopo la quale si recano di nuovo in Chiesa per un breve ringraziamento. Dopo il ringraziamento vanno ad aggiustare le Celle. Alle 9 suona un Campanello e le Suore si prostrano adorando lo Spirito Santo che a quell’ora discese nel Cenacolo. Alle 9 cominciano le Scuole che durano sino alle 4 nell’estate, sino alle 3 nell’inverno. Le Suore che non insegnano vanno ai lavori, ché del lavoro delle proprie mani si mantengono. Alle 11 ½ v’è di nuovo il Coro e il Rosario. Alle 12 il Refettorio con la lettura del nuovo Testamento e Vite di Santi. Dopo il Refettorio il Ringraziamento in Chiesa. E quindi la Ricreazione nell’orto ove le Suore passeggiano, corrono, cantano, ragionano di cose celesti. Alle 2 si ritirano e tornano ai lavori. Poi il Coro e il Lavoro compiono le altre ore sino al Credo*. Al suono delle 23* il saluto: Lo Spirito Santo è Amore, dà il segnale del silenzio che finisce, e le Suore parlano. Tornano all’aria aperta sino all’ora della Visita e Com. Spirituale e del Matutino (nelle stagioni d’inverno lo dicono verso l’Ora di Notte*. Quindi la Cena o il Lavoro secondo le stagioni. Ricreazione con lettura, canto, musica, lavoro secondo i giorni e le disposizioni della Superiora. Dopo la Ricreazione una visita a Gesù e quindi al Riposo. Le pratiche poi dell’Ordine non mi occorre descriverle, poiché sono lunghe e hanno bisogno di spiegazione. Queste care Monachine sono affidate al P.Priore di S.Marco mio alunno e figlio [P.Ambrogio Luddi, n.d.r.]. Io le visito ogni Mese per confessarle, predicare loro, e ritemprare le mie forze nel divino ambiente di quella Casa che è il mio gaudio, la mia speranza e, spero, un giorno la mia corona. Eccole detto quel che è l’Asilo delle Domenicane. Aggiungo che fu ispirata la idea di quell’impresa dalla lettura della Vita di S.Paola. Il mio Asilo doveva essere (almeno osavo sperarlo) l’attuazione dell’ideale della Vita Cristiana de’ primi secoli incarnata da S.Paola ne’ suoi Monasteri. Aggiungo che fu cominciata quella Fabbrica con elemosine raccolte da me. […] A questo uopo io proseguo ad accattare per pagare il debito della Fabbrica e della Chiesa di stile archi-acuto che si sta terminando. […] Il Signore ha dato a me il rinfranco di molte figlie che mi amano con ingenuo ardore di mente e sono riamate da me con affetto e tenerezza materna. […] Affmo P. in G.C. † F.P.A. de’ Pred. |
In questa lettera Mons.Pio alterna due diverse unità di tempo: quella dell’orologio - con le ore di uguale durata - e quella solare – con le ore che si allargano o si restringono a seconda della lunghezza della giornata, cioè del periodo illuminato dal sole. Esempi dell’orario solare sono: la recita del “Credo”, solitamente fatta un’ora prima del tramonto; le “ore 23” ovvero “un’ora prima del tramonto”; “l’ora di notte” ovvero “un’ora dopo il tramonto”.